Oggi ho fatto molta fatica, in classe, a spiegare la differenza che passa tra una repubblica presidenziale (si parlava della Francia, quindi non di un Paese ma di una Civiltà) e una repubblica parlamentare.
Bene: mi sono arenato sul concetto della “centralità del Parlamento” nel nostro sistema, precisamente quando mi sono lasciato scappare che “così dovrebbe essere, in teoria”.
Alla domanda, puntualissima, “e in pratica com'è che va?”, mi sono sentito perduto.
Bene: mi sono arenato sul concetto della “centralità del Parlamento” nel nostro sistema, precisamente quando mi sono lasciato scappare che “così dovrebbe essere, in teoria”.
Alla domanda, puntualissima, “e in pratica com'è che va?”, mi sono sentito perduto.
Ci sono dei momenti, voi capite, in cui fare l'insegnante è sul serio un lavoro da cani.
Epperò a ricreazione apro il giornale (La Stampa) e che ti trovo, a confortarmi?
Epperò a ricreazione apro il giornale (La Stampa) e che ti trovo, a confortarmi?
Uno splendido scritto del ministro Brunetta. Titolo: Si governa solo coi decreti legge.
Il simpatico omarino, ve ne sarete senz'altro accorti, scrive moltissime lettere ai giornali, specialmente a quelli che si permettono di fargli le pulci (non sono poi molti) e dove egli trovi il tempo non si sa. Ieri, tra le altre cose, abbiamo appreso che quasi sicuramente il nostro sarà il candidato sindaco della Destra alle comunali di Venezia, «forte anche dell'ultimo sondaggio» secondo cui sarebbe «il ministro più amato dagli italiani», che sono notoriamente il popolo più fesso dell'universo e non perdono mai l'occasione di dimostrarlo.
Un vero scherz... ehm, una vera forza della Natura, il nostro Renato, no? Ma veniamo alla lettera pubblicata in data odierna da La Stampa.
Sostiene Brunetta che la centralità del Parlamento non sarebbe nient'altro che una conclamata presa per i fondelli al colto e all'inclita. I decreti legge, invece «sono stati e sono la nostra salvezza». Di più, essi sono «da sempre l'unico strumento per governare questo Paese». Brunetta, come al solito, ci richiama tutti. Anzi, ci precetta tutti: «E dunque, senza ipocrisia, dobbiamo dirci onestamente come stanno le cose». Ma onestamente, eh? Ocio! «L'uso eccessivo dei decreti-legge è una conseguenza, non una causa. La conseguenza di istituzioni parlamentari antiquate e di una cultura politica assemblearista che continua a resistere» e a cui il nostro Brunetta vuole spezzare le reni, si sa. Si potrebbe rinunziarvi? «Certo. Se insieme si rinunziasse alla cultura della codecisione e della malintesa centralità del Parlamento e del misticismo del potere di emendamento».
Il simpatico omarino, ve ne sarete senz'altro accorti, scrive moltissime lettere ai giornali, specialmente a quelli che si permettono di fargli le pulci (non sono poi molti) e dove egli trovi il tempo non si sa. Ieri, tra le altre cose, abbiamo appreso che quasi sicuramente il nostro sarà il candidato sindaco della Destra alle comunali di Venezia, «forte anche dell'ultimo sondaggio» secondo cui sarebbe «il ministro più amato dagli italiani», che sono notoriamente il popolo più fesso dell'universo e non perdono mai l'occasione di dimostrarlo.
Un vero scherz... ehm, una vera forza della Natura, il nostro Renato, no? Ma veniamo alla lettera pubblicata in data odierna da La Stampa.
Sostiene Brunetta che la centralità del Parlamento non sarebbe nient'altro che una conclamata presa per i fondelli al colto e all'inclita. I decreti legge, invece «sono stati e sono la nostra salvezza». Di più, essi sono «da sempre l'unico strumento per governare questo Paese». Brunetta, come al solito, ci richiama tutti. Anzi, ci precetta tutti: «E dunque, senza ipocrisia, dobbiamo dirci onestamente come stanno le cose». Ma onestamente, eh? Ocio! «L'uso eccessivo dei decreti-legge è una conseguenza, non una causa. La conseguenza di istituzioni parlamentari antiquate e di una cultura politica assemblearista che continua a resistere» e a cui il nostro Brunetta vuole spezzare le reni, si sa. Si potrebbe rinunziarvi? «Certo. Se insieme si rinunziasse alla cultura della codecisione e della malintesa centralità del Parlamento e del misticismo del potere di emendamento».
Colpisce l'uso dell'avverbio “insieme”. Brunetta intende forse “insieme all'opposizione parlamentare”? Io voglio credere di sì e a questo punto non posso far altro che apprezzare di molto il suo senso delle istituzioni! Capisco di meno, devo dire, la sua simpatica battuta sul “misticismo del potere di emendamento”: la più forte maggioranza parlamentare della storia della Repubblica non credo si trovi nella posizione di chi debba querelarsi del “potere di emendamento” di chicchessia. A meno che il problema di Renat, l'ami du peuple, non sia il potere di emendamento dei deputati amici suoi e allora, come dire... Cioè, come dire...
Come dire?!?
Ma come dire un cazzo!
Altro che come dire... Diciamola tutta, va, e pure onestamente, come piace al gigante della Laguna: Brunetta e suoi amici governano a colpi di decreti legge e di voti di fiducia perché hanno dei problemi con la loro schiacciante maggioranza, mica con l'opposizione più scalcagnata di sempre.
Capite, miei cari? Ma brutto nanerottolo importuno, non ti ci mando io solo perché immagino tu sappia andarci da solo!
Come dire?!?
Ma come dire un cazzo!
Altro che come dire... Diciamola tutta, va, e pure onestamente, come piace al gigante della Laguna: Brunetta e suoi amici governano a colpi di decreti legge e di voti di fiducia perché hanno dei problemi con la loro schiacciante maggioranza, mica con l'opposizione più scalcagnata di sempre.
Capite, miei cari? Ma brutto nanerottolo importuno, non ti ci mando io solo perché immagino tu sappia andarci da solo!
P.S.
Nei prossimi giorni, coerentemente, Brunetta sarà ad Hammamet, a celebrare il Grande Statista che voleva la Grande Riforma perché aveva intuìto (ah, il suo proverbiale intùito... come ci manca!) che una Grande Riforma (anzi Grandissima) era proprio quello che ci voleva, ostia. D'altra parte, il Grande Statista era un tipo volitivo: ce ne ricordiamo tutti.
Nei prossimi giorni, coerentemente, Brunetta sarà ad Hammamet, a celebrare il Grande Statista che voleva la Grande Riforma perché aveva intuìto (ah, il suo proverbiale intùito... come ci manca!) che una Grande Riforma (anzi Grandissima) era proprio quello che ci voleva, ostia. D'altra parte, il Grande Statista era un tipo volitivo: ce ne ricordiamo tutti.
8 commenti:
"Ga ragion Bruneta!"
Certo che ha ragione, tra poco farà il ministro, il parlamentare e pure il sindaco di Venezia, e si può permettere di scegliere Gianni De Michelis come consulente personale (immaginate chi lo paga) e di andare ad Hammamet a celebrare un grande statista. Uno così ha senz'altro ragione a prenderci per il culo.
Ah ah ah!!!
"Ga ragion Bruneta!", sì.
Ga capì tuto, Bruneta. Miga mona.
In realtà la "centralità del Parlamento" immaginata dai padri costituenti era basata sull'assunto che gli eletti dal popolo:
A) avessero un'idea almeno vaga di quello su cui andavano legiferando
B) lavorassero nell'interesse del paese
C) su una base di razionalità condivisa.
Siccome ad oggi le leggi vengono fatte:
A) da incompetenti, "yes men" e leccaculo di vario orientamento
B) "ad personam" o senza altro criterio che il favorire categorie "amiche", mettendolo in quel posto al Paese intero.
C) al grido di "io so' io e voi nun sete un cazzo!"
...direi che Brunetta interpreta alla perfezione lo spirito dei tempi.
(è d'accordo perfino blogger, che per pubblicare mi propone di digitare la keyword: ENCULLYM)
ci vorrebbe il grande pittore SPACCOLANA! comunque so che non si dovrebbe prendere per il culo i bassi di statura. però è alto come silvio seduto.
bela 'sta sfilata dei socialisti al capesal de quel ostia de betino: al fine la gà vinta lù. el ga dit prima de morir: questa storia - anni '90 - verrà riscritta nel senso della verità! ogi i so amici la gà riscrita apont e dipietro xe 'na spia dela cia.....nela vecia fatoria ia ia oh. LIAM versione bisiaca ( no so se del circul, dela asociasion, dei costumi....)
Francamente non comprendo tutta quest'ansia bipartisan di riabilitare il gaglioffo.
Cui prodest?
Qualcuno me lo sa spiegare?
riabilitando l'Uomo che rubava ai Tuareg riabilitano sé stessi, una stagione politica. inoltre così facendo si dà un padre nobile al nano, che invece di essere il delfino d'un tronfio troiaio semovente di tangenti diventa l'erede d'uno statista d'alto livello. come ben si sa, il cosiddetto centrosinistra è sempre pronto a compiacere il nostro caudillo in questo genere di cose. "americano" incluso: con la sua ultima letterina ha definitivamente confermato l'opinione che da un po' propagando in suo proposito. la merda delle merde.
Pensa che ti ripensa mi sono convinto che sia solo una complicata manovra per "far le scarpe" a Di Pietro, il nemico bipartisan è lui. Riabilitare Craxi significherebbe automaticamente delegittimare i giudici che lo condannarono. Forse è un'idea di B. per dare una mano ai suoi "oppositori" in difficoltà (parlo del PD).
Epperò, se stanno così le cose, per il PD appoggiare questa deriva equivarrebbe al tagliarsi i cog***ni per far dispetto alla moglie. (non che ritenga i nostri "grandi strateghi" incapaci dell'ennesimo autogol, visti i precedenti...)
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