lunedì 19 maggio 2008

Lady Clementine

Dopo la catastrofe, la Sinistra l'Arcobaleno si interroga: ma perché c'è stata la catastrofe?
E le analisi raffinate fioccano.
La più acuminata?

Questa, decisamente: la colpa della nostra catastrofe è di Walter Veltroni, che non ci ha voluto bene. E' una vergogna, signora mia, sapesse... Veltroni faceva solo finta di esser buono, invece era cattivo.
Fine dell'analisi.
Che immagino sarà costata tanta fatica.

Io, però, un pochino me la ricordo, la campagna elettorale della Sinistra l'Arcobaleno: e non mi pare proprio (almeno, non lo ricordo...) che ai dirigenti della Sinistra l'Arcobaleno dispiacesse di correre da soli alle elezioni politiche. Lo dicevano pure in giro: "Il PD si sposta su posizioni moderate, QUINDI noi avremo un'autostrada davanti".
Si è visto poi dove li ha portati, quell'autostrada.

Va detto, comunque, che nella Sinistra l'Arcobaleno c'è anche qualcuno che, per sua fortuna, è riuscito a fermarsi qualche millimetro al di quà dell'anatomia del disastro, ovvero giusto un pelino prima di gettare lo sguardo nel baratro. E questo qualcuno va capito, poveraccio: se uno soffre appena appena, di cuore o di vertigini cambia niente, meglio se ne stia lontano dagli orridi, dico io.

Sul quotidiano Liberazione Franco Berardi detto 'Bifo' (uno che non ho mai capito che cazzo di lavoro faccia. Ma è senz'altro un limite mio) ha firmato un pezzo dal titolo: La democrazia è un feticcio, liberiamocene.
Il succo: meglio, mooolto meglio, compagni, che la sinistra sia rimasta fuori dal Parlamento. Perché in fondo che cos'è la democrazia? Nulla. Una farsa. Dobbiamo dunque festeggiare, altro che frignare. A noi di sinistra non serve stare in Parlamento e "non ci servirà un ceto politico rappresentativo, ma strutture di autodifesa e attacco".
Interrogato sulle opinioni di Franco Berardi detto 'Bifo', Nichi Vendola, il famoso poeta, ha detto: "L'estremismo paradossale e schematico di Bifo è un modo per scardinare i luoghi comuni". Augh!

Pure il leggendario Valentino Parlato, su Il manifesto, quotidiano comunista, ha provato ad impostare un'analisi della rogna incardinata sulla critica della democrazia, "mai stata così falsa come ora". Eh, si: "c'è stata più democrazia negli anni cinquanta e sessanta che oggi, anzi ce n'era di più ai tempi di Giolitti".
E ci si è messo anche Marco Revelli: la democrazia in Italia è malata e "lo scollamento fra politica e paese reale va avanti da tempo, in tutto il mondo. Certo, l'Italia è particolarmente sgangherata, Paese di surreali giochi di specchi. Berlusconi che fa il mimo di Veltroni attraverso la caricatura che ne ha fatto un comico tv".
Ora, per carità: non me la sento certo (non mi posso permettere...) di liquidare le cose che dice Revelli con un'alzata di spalle o, peggio, con uno sfottò di quelli che mi vengono spontanei quando scrivo delle cime abissali della sinistra sedicente radicale. Revelli è una bella testa, nonostante le sue idee, e che la democrazia in Italia sia davvero molto malata, beh, nel mio piccolo (nel mio infimo) lo penso anch'io.
Ma Bifo... Bifo, suvvia. E pure Parlato...


Dai, lo capisce pure (ed è tutto dire) Gianni Rinaldini, l'imbarazzante leader della FIOM, che sarebbe forse il caso di smetterla, di dire cazzate: "La democrazia parlamentare è indebolita, così come lo stato-nazione, non c'è dubbio. Colpita e bypassata da grandi organismi finanziari, dalla Banca mondiale al Fondo monetario, privi di fatto di controllo". E fin qui è accademia, ma sentite poi: "Non è affatto irrilevante, per modificare le situazioni, una presenza negli organismi elettivi. Chi sostiene il contrario fa solo un'operazione consolatoria. E' come dire: siccome siamo stati sconfitti, allora teorizziamo l'assenza e il vuoto. Così non hai bisogno di interrogarti sulle ragioni della batosta".
Bravo, Rinaldini, bravo. Un grandissimo psicologo.
A me Franco Berardi detto 'Bifo' ha fatto venire in mente Lady Clementine, la moglie di Winston Churchill. Il perché è presto detto.


Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Winston Churchill dovette misurarsi alle elezioni politiche contro il leader laburista Clement Attlee, che tra l'altro era stato suo ministro, durante il conflitto, nel governo di unione nazionale.
Le elezioni ebbero luogo il 15 luglio 1945. Gli scrutini portarono via un bel po' di tempo perché si dovettero raccogliere, in giro per il mondo, anche le schede su cui votarono i soldati inglesi che non erano ancora ritornati a casa dalla guerra.
Nel frattempo Churchill ed Attlee furono insieme a Potsdam, per la conferenza di pace.
Harry Truman e Stalin erano strasicuri che Churchill avrebbe dimorato ancora a lungo al numero 10 di Downing Street.
E insomma, com'è, come non è, ad un certo punto il premier britannico volò a Londra, e così fece il suo avversario, per vedere com'era andata.
Ma non fu Churchill a ritornare a Potsdam da vincitore...
Il mitico Winston ricevette la notizia della sua sconfitta il 26 luglio, mentre se ne stava a mollo nella sua vasca da bagno. Fu il capitano Pim a portargliela: "Il primo ministro - raccontò in seguito Pim - diventò quasi grigio nell'acqua e pensai che sarebbe svenuto. Poi mi si rivolse: 'Hanno tutto il diritto di votare per chi gli pare. Questa è la democrazia. E' per questo che abbiamo combattuto'".
Pochi minuti più tardi fu lady Clementine che provò a consolare Churchill: "Forse, caro, potrebbe anche essere una benedizione travestita".
E lui, pronto: "Per il momento sembra molto ben travestita".


Eh, 'Bifo'...
Povero 'Bifo'!
Consolate 'Bifo', cari compagni.

6 commenti:

Zimisce ha detto...

Critica alla democrazia poi, che viene da gente che fino a ieri altro innalzava peana alla poltrona.
Escluso Berardi, per la verità, che almeno è coerente.
Bellissima quella degli ACDC mi son ribaltato sulla poltrona!

A proposito di quelle elezioni, non so se prima o dopo (probabilmente prima), Stalin disse a Churchill "eh sì, è meglio il partito unico".

Anche lui, come i suoi nipotini vendoliani, criticava la democrazia. Per ragioni opposte.

Anonimo ha detto...

Leggendo quelle dichiarazioni di Bifo e di Parlato (Revelli diceva cose molto diverse), mi sono detto: "Vedi, Luciano, nella vita alla fin fine tutto o quasi tutto torna. Ad esempio: se tu non hai mai avuto simpatia per questi tipi, avevi le tue buone ragioni" http://lucianoidefix.typepad.com/

Anonimo ha detto...

beh, dalla repubblica di oggi pare che il buon walter voglia lanciare una ciambella di salvataggio alla sinistra vera.
ci aspetta una nuova riedizione dell'ulivo, o dell'unione?
Torneremo alle mitiche battaglie di libertà tipo trovare un posto di lavoro a Travaglio o confondere la libertà di informazione con l'esigenza di veder mannoni prima delle 23, ovviamente su rai3?
sto preparando i sacchetti per il vomito..

Anonimo ha detto...

e comunque,
it's a long way to the top, if you wanna rock'n'roll

tic. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
tic. ha detto...

Yeah! It's a long way to the top if you wanna rock'n'roll...

Alle battaglie di libertà, caro il mio lottatore di Tana delle Tigri, ci siamo già.
Tutti lì a preoccuparsi di cosa accadrà dei satirici. O di Santoro.
O di Travaglio. O del Tg3.

Non ho capito l'uscita di Walter nostro: mah...
Staremo a vedere.
Una delle poche cose belle di questi giorni tristi è pensare che Russo Spena, Pecoraro Scanio, Giordano, Diliberto, Palermi, Sgobio, Bertinotti, Gennaro Migliore e Gennaro Peggiore, Paolo Cento e Paolo Duecento, Salvi, Bandoli, Mussi, Grandi, Mele son MORTI.
Chissà perché si vuole resuscitarli?
Forse perché Deus dementat quos perdere vult?