domenica 20 aprile 2008

Mister tic maramaldeggia un po' (pt. 5)

"Ero abituato a uno stipendio di duemila euro al mese. I soldi in più in questi due anni di ministro li ho destinati al mutuo: cinquanta metri quadrati a Pinerolo, tasso fisso però. Ho mantenuto il medesimo stile di vita. Ho solo messo la cravatta, che prima non portavo. Ho mangiato tutti i giorni in ufficio. Tutti i giorni della verdura in un piatto di plastica. Mi ero ripromesso di non abituarmi a nessun comfort.
Io torno in strada con gli abiti in cui sono entrato nel Palazzo."

Paolo Ferrero - di Rifondazione Comunista (lui ci tiene, a ricordarlo), ex Ministro della Solidarietà Sociale del governo Prodi - dixit.
Peccato che tutte queste belle cose (davvero commoventi, no?) se le sia dette da solo.
Per raccontarlo al meglio, uno così, ci vorrebbe come minimo Edmondo De Amicis.

7 commenti:

Fabio Montale ha detto...

C'e' da dire che in due anni, inflazione media 3%, rincaro medio del gasolio 6%, una volta pagati quei due/tre debiti, regalata finalmente la borsetta nuova alla moglie e la pista polistil (esiste ancora?) ai figli, non e' che sia riuscito a mettere via tanto... Tra l'altro ha sicuramente devoluto il 50% del gettone a favore dell'acquisto del nuovo astuccio per pince-nez dell'ex segretario. Che vuoi mettere via in due anni?

tic. ha detto...

Nella foto di 'sto coglione che ho scelto di pubblicare, la cosa migliore è la spilletta della pace: perché lo devono capire tutti che Ferrero è un pacifista.

Guerrafondaio chi non se la mette!!!
La spilletta, intendo.

𝒜𝒹𝓂𝒾𝓃 ha detto...

@ fabio_montale: La pista polistil? Ma gliela compriamo noi con la colletta!

@ tic: grazie per i complimenti, sono tutta rossa ;-)

Anonimo ha detto...

Ho capito che questi non meritano la compassione di nessuno, ma non stiamo dando l'impressione di parlare degli altri per non parlare di noi? Baraldi ieri si interrogava sui passi futuri del PD in regione, chiedendosi se questo partito sarà in grado di ragionare in termini di futuro o di passato, decidendo - ad esempio - quale peso dare alle preferenze, considerato che nel disastro elettorale di certe zone, certi esponenti, pur mietitori di un numero elevatissimo di preferenze, forse qualche responsabilità ce l'hanno. E, aggiungo io, qualche riflessione va fatta anche in certe zone premiate dagli elettori, dove in nome della perfetta democrazia si è democraticamente lasciato che i candidati fossero tutti nomi nuovissimi(!) e democraticamente permesso che le preferenze seguissero la via del populismo e...delle osterie!

Zimisce ha detto...

Beh è talmente rassegnato al ritorno alla vita normale che se non sbaglio sta guidando un golpe interno all'aberrazione arcobaleno per fare le scarpe a Papa Fausto. Mi piace questa gente semplice.

tic. ha detto...

Ah, io l'ADORO questa gente così semplicistica e schematica(pavloviana assai...): fa molto rumore, quando cade...

@ Carla...
Un giro nel mio blogghe credo tu l'abbia fatto (e mi fa davvero piacere...): avrai quindi notato che dico SEMPRE un sacco di cattiverie in generale, ma in particolare sulla sinistra verace, sulla sinistra-sinistra, sulla sinistra nemica del compromesso, sui Sublimi Maestri Perfetti della SINISTRA tutto maiuscolo.
A prescindere, dunque, dal loro risultatone alle politiche.
Vai in Stelle Rosse e vedrai che è da mesi (precisamente dall'ottobre 2007, quando talkischeap è venuto alla luce) che dura, il bombardamento.

Nessuna difficoltà a parlare del PD.
Né a dire male del PD e dei suoi boss (vai in Veltroneide...).

Tra l'altro, condivido tutto quello che dici.
La democrazia nel nostro partito va costruita: e non sarà un compito facile.
Quello che si sta profilando all'orizzonte è un partito di correnti.
Ovvero, una cosa molto, molto brutta, che deve essere combattuta.

Mercoledì, in sede, riunione del direttivo cittadino del PD: analisi del voto.
Una delle cose che dirò è che NON FARO' MAI PIU' parte di una cordata, nel partito, per eleggere uno che si suppone sia più vicino culturalmente a me di qualcun altro.
Detto altrimenti, non lavorerò MAI PIU' per, né voterò MAI PIU' un candidato in quanto ex DS: da adesso in poi mi ritengo libero di votare il candidato che più stimo, e stop (tradotto: potrà esser pure di Militia Christi, il tizio in questione: non impoterà un beneamato cazzo).
I DS non esistono più (una prece), esiste il PD.
Altro giro, altre le logiche.

Poi, per non farmi mancare nulla, dirò pure che le cose che sta dicendo in queste ore Piero Fassino mi fanno cagare.
Tanto per capirci, se n'è uscito così: "Bisogna confrontarsi col mondo leghista. Bisogna pensare a degli accordi. Porsi il problema di un dialogo".
Allora: io con il partito di Borghezio e Castelli NON mi confronterò MAI.
Io devo pormi il problema (perché c'è un brutto problema) di un confronto con la società di vaste zone del Nord Italia, non con un cazzo di partito xenofobo.
Quella di Fassino è la classica posizione politicista di stretta ascendenza piccista: bisogna realizzare accordi sul terreno della politica.
Che è un terreno sodo, ma molto (troppo) limitato.
Il solito togliattismo straccione.
I problemi vogliamo affrontarli o nasconderli sotto il tappeto di un accordino politico con qualcuno, chiunque sia?

Fassino ha fretta di vincere, mi pare di capire. Secondo me, è la fretta che ci può fregare, nella costruzione del PD.
Tra l'altro, ma non ha altro da fare, Fassino, che non sia la politica?
Ma in pensione proprio mai, eh?

Fammi sapere che ne pensi.
Ciau

Anonimo ha detto...

Fassino, buonanima, non è ancora morto ma è come se lo fosse. Ha esaurito ogni entusiasmo con le lacrime dell'ultimo congresso e mi è sembrato di vederlo ascendere al cielo sulle note di Over the Rainbow dopo aver percorso il tappetone arancione.
Dopo di che anche le sue comparse da noi mi son sembrate visite di commiato di uno che prima di andare in pensione passa per i vari reparti a salutare le vecchie truppe.
Sono d'accordo con te, naturalmente. Non si tratta di cercare l'accordo con il partito di Bossi ma di dialogare con chi per quel partito ha votato e probabilmente lo ha fatto non in nome della Padania libera, ma perchè ha pensato che su certi temi questi avevano posizioni più chiare. Non possiamo ignorare le richieste che vengono da questa gente (molti dei nuovi arrivati sono ex compagni che hanno capito che Bossi è meno no global di Bertinotti e che il corridoio 5 ha più probabilità di arrestarsi di fronte alle orde celtiche piuttosto che ai cortei no Tav) ma dobbiamo essere in grado di proporre nostre soluzioni. Non si recupera in questo modo il consenso, si fa solo l'occhiolino ad una donna innamorata di un altro e che al massimo ti userà per farlo ingelosire. La vera questione è: abbiamo delle idee precise in merito? Possiamo rispondere con esempi concreti, magari portando testimonianze dall'estero? Non si deve mica per forza inventare tutto? Possiamo anche copiare una buona idea, una volta tanto, se siamo in grado di scovarla. Vale per l'integrazione degli stranieri, per il federalismo fiscale, per la lotta all'evasione, per la gestione dei rifiuti...
L'anomalia italiana non esiste. Fatta eccezione per la triplice fiducia ad un... buontempone attempato!
Ma avremo modo di parlarne ancora...