Sostiene Mick Jagger: "Credevo che uno dovesse ricordarsi la propria vita per poterne scrivere".
Ehm, in effetti, il santo patrono che mi sono scelto... Come dire? Avviso ai naviganti: blog vagamente di sinistra. Quindi molto (ma veramente molto, ostia!) distante dal popolo. Snobismo a pacchi, dunque: avrete inteso...
Ehm, in effetti, il santo patrono che mi sono scelto... Come dire? 
“Quando arriva un cliente con una lamentela, vengo chiamato nell'ufficio Reclami nel quale ricevo una strapazzata assolutamente terrificante. Il mio lavoro consiste nel subire l'uragano di umiliazioni con un'aria così contrita, così miserabile, così profondamente disperata, che di solito il cliente ritira il reclamo per non avere il mio suicidio sulla coscienza”.
A me è venuta in mente la figura del terribile brigante Gian dei Brughi ne Il barone rampante di Italo Calvino che, dopo esser stato educato alla lettura dal protagonista del romanzo, l'indimenticabile Cosimo Piovasco di Rondò, diventa docile e mansueto come un bue. E perciò del tutto inabile al crimine e al delitto.
“(...) a Gian dei Brughi era presa una tal furia di letture, che divorava romanzi su romanzi e, stando tutto il giorno nascosto a leggere, in una giornata mandava giù certi tomi che mio fratello ci aveva messo una settimana, e allora non c'era verso, ne voleva un altro”.
Amava Richardson, il brigante, e “sdraiato sul suo giaciglio, gli ispidi capelli rossi pieni di foglie secche sulla fronte corrugata, gli occhi verdi che gli si arrossavano nello sforzo della vista, leggeva leggeva muovendo la mandibola in un compitare furioso, tenendo alto un dito umido di saliva per esser pronto a voltare la pagina. Alla lettura di Richardson, una disposizione già da tempo latente nel suo animo lo andava come struggendo: un desiderio di giornate abitudinarie e casalinghe, di parentele, di sentimenti familiari, di virtù, d'avversione per i malvagi e i viziosi. Tutto quel che lo circondava non lo interessava più, o lo riempiva di disgusto”.
Mi auguro (gli auguro...) che a Matteo Messina Denaro capiti qualcosa di simile: forse pure nel suo animo c'è una disposizione, latente da chissà quando (“il non aver studiato è stato uno degli errori più grandi della mia vita”), che lo spinge, nonostante tutto, a cercare la bellezza, la bontà, la rettitudine, il senso morale.
Forse...
Ma temo che non accadrà nulla di quello che mi auguro.
Mi sa proprio di no.
se ne è uscito così: "Oggi i veri partigiani siamo noi... Ah, se solo avessimo più cuore e più coglioni! Siamo noi la nuova Resistenza!".
Oggi su la Repubblica, intervista allo storico britannico Perry Anderson, professore alla UCLA ed ex direttore della New Left Review.
La svolta negativa avviene a metà degli anni Settanta con il compromesso storico e le sue conseguenze: il terrorismo, il conformismo, la strana carriera di Bettino Craxi in grado di bloccare la vita politica con un piccolo partito, e poi a seguire la corruzione e la criminalità.
Oggi, dopo 16 anni di Seconda Repubblica, possiamo veramente dire che le cose siano – politicamente, economicamente, giuridicamente, intellettualmente - migliori?
Adesso c'è l'Italia che vuole diventare un “paese normale”, slogan di D'Alema e altri, cioè simile agli Stati Uniti o alla Gran Bretagna. Ma chi ha inventato il termine normalizzazione? Breznev con la Cecoslovacchia. Quella ovviamente era una normalità alla sovietica, ma perché l'Italia dovrebbe diventare un simulacro mediocre degli Stati Uniti?
Invece di una vera ambizione si mostra un complesso di inferiorità. Una sindrome che si è ostentata anche nella campagna elettorale con gli shows che Berlusconi ha adottato da Reagan e gli slogan che Veltroni ha ereditato da Obama, con una mancanza di immaginazione desolante. Naturalmente questa Repubblica, dove l'identità collettiva si è ridotta più o meno al campo di calcio, non è tutta l'Italia. Speriamo che la sua vita sia breve”.
E, ehm, delle parole che il nostro spende su Craxi e sulla sua "strana carriera" che ne pensate? E di quelle sull'identità collettiva della Repubblica "ridotta più o meno al campo di calcio"?
Sia come sia, secondo me vale la pena, ogni tanto, di chiedere ad uno straniero come ci vede, come gli sembriamo, noi italiche genti.
Si, vale la pena. Nonostante tutto. Nonostante la pena...

Il solito copione, quindi: una festa che dovrebbe essere festa di tutti gli italiani (non solo quindi degli italiani di sinistra, ma pure di quelli di destra: anche se non lo sanno. Anzi: proprio perché non lo sanno) in cui garriranno al vento, invece, le solite, gloriose bandiere di partito, forse sconfitte ma indomite, come direbbe Bertinotti Fausto, ex Presidente della Camera dei Deputati, ex candidato premier e ora semplice militante de La Sinistra l'Arcobaleno.
Ve lo dico io: più o meno come venne accolto nella grande manifestazione del 2006 a Milano l'allora ministro dell'istruzione e candidato sindaco della città, signora Letizia Moratti, che spingeva su una sedia a rotelle il papà, ex partigiano ed ex deportato a Dachau.
Paolo Ferrero - di Rifondazione Comunista (lui ci tiene, a ricordarlo), ex Ministro della Solidarietà Sociale del governo Prodi - dixit.
When they built you, brother, they broke the mold.
E, a proposito: diceva Bismarck che "esiste una provvidenza speciale per gli ubriachi, per i matti e per gli Stati Uniti d'America”."L'Italia sembra il Billionaire, andrò a Cipro dove c'è un presidente comunista...".
Il Presidente di Cipro si tocchi gli zebedei...

Ma come farà mai, un operaio, a votare Lega?
Nella foto: l'ex Presidente della Camera dei Deputati, Bertinotti Fausto (anzi, Bevtinotti Fausto), che si scassa un bel prosecchino ciacolando amabilmente con Patroni Griffi (anzi, con Patvoni Gviffi). Alle sue spalle, le belle tettone di Valeria Marini (anzi, le belle tettone di Valevia Mavini). Quello che se la ride, a destra nella foto, assomiglia in maniera impressionante a un tizio che conosco, uno che fa l'operaio al cantiere navale di Monfalcone. Ma non è lui.

Marc Bloch è stato uno storico straordinario, uno dei più grandi del XX secolo: cofondatore, nel 1929, e condirettore, proprio assieme a Lucien Febvre, della rivista Annales, che rinnovò i metodi dell'indagine storica. La sua fama è legata soprattutto al suo primo vero libro, il cui titolo in francese suona così: Les rois thaumaturges. Etude sur le caractère surnaturel attribué à la puissance royale, particulièrement en France et en Angleterre (1924). In italiano, I re taumaturghi.
Jacques Le Goff considera I re taumaturghi l'opera che fonda l'antropologia storica: “Quello che Marc Bloch ha voluto fare è, insieme, la storia di un miracolo e della credenza in questo miracolo. D'altra parte, i due temi, in misura maggiore o minore sono mescolati tra loro. Marc Bloch ha dimostrato che il miracolo esiste a partire dal momento in cui si può (non c'è determinismo in Marc Bloch ma correlazioni razionali tra i fenomeni storici, senza identificazioni hegeliane tra il razionale e il reale) crederci e tramonta e poi sparisce da quando non ci si può più credere”.
Ma chi è l'incompetente che ha scelto lo slogan della campagna elettorale di Silvio Berlusconi, Rialzati Italia?
Abbiamo a che fare (al di là di qualsivolglia definizione, dunque) con un testo singolarissimo, che si sviluppa attraverso brevi paragrafi, di massimo due pagine l'uno, introdotti da una data e dall'indicazione del luogo in cui i fatti narrati si sono svolti. In fondo ad ogni paragrafo, dei numeri di riferimento rimandano all'elenco delle fonti pubblicato alla fine di ciascun volume: alla base dell'opera c'è una bibliografia veramente sterminata.
Secondo Galeano, il suo romanzo non dovrebbe essere collocato in alcun genere: “Vorrei che lo si trattasse come un libro di storia, perché almeno in parte lo è. Vorrei che la storia venisse rivelata come una possibile meraviglia. E' davvero così. Memoria del fuoco è un insieme di voci” stipate in tre volumi in cui lo scrittore, però, prende sempre partito e mette in gioco la sua soggettività completamente, alla facciaccia delle “ferree norme” dell'oggettività storica (e qui vengono in mente le parole di un poeta nicaraguense che Galeano cita spesso, Coronel Urtecho: “Non ti preoccupare, l'obiettività non esiste. Quelli che dicono che vogliono essere obiettivi mentono. Non vogliono essere obiettivi. Vogliono essere oggetti, per salvarsi dal dolore umano”). Tre volumi in cui “emerge l'infamia, pieni di orrore”, in cui si raccontano “le cose più atroci e più belle della nostra realtà continentale”.
Sulla porta di una taverna di Baltimora il moribondo giace supino, a gambe larghe, affogando nel proprio vomito. Una mano pietosa lo trascina all'ospedale, all'alba, e niente più, mai più.
Si spellano le mani, ma Obdulio gonfia il petto, picchia forte e ci dà dentro di gambe.1977, Buenos Aires Walsh
Spedisce una lettera in varie copie. L'originale alla giunta militare che governa l'Argentina. Le copie alle agenzie di stampa straniere. Nel primo anniversario del colpo di Stato, ciò che sta spedendo è una specie di catalogo degli oltraggi, una documentazione delle infamie commesse da un regime che è solo capace di balbettare il discorso della morte. In calce appone la sua firma e gli estremi del suo documento (Rodolfo Walsh, C.I. 2845022). Esce dall'ufficio postale e fatti pochi passi lo abbattono a colpi di pistola e lo portano via ferito, senza ritorno.
La sua parola nuda era scandalosa dove comanda la paura. La sua parola denudatrice era pericolosa dove si balla il grande ballo in maschera.


ma secondo me ha ragione Perle: con Hamas non si tratta. Almeno, non in questo momento...
P.S.
P.S.
Qui sopra, il candidato premier della Sinistra Arcobaleno, Bertinotti Fausto, ospite del salotto della signora Guya Sospisio, immortalato con la padrona di casa (al centro) e con Donna Assunta Almirante. Bertinotti Fausto è quello a sinistra nella foto.