mercoledì 2 dicembre 2009

Anch'io nuova Destra!

Pare che nel Pantheon della nuova Destra finiana troneggino Alexis de Tocqueville e Isaiah Berlin, Albert Camus e Hannah Arendt.
Bene...
A 'sto punto mi chiedo: anch'io nuova Destra finiana?
No, dico... già mi tocca (troppo spesso) di invidiarla, 'sta nuova Destra finiana il cui leader, sui diritti civili e sull'immigrazione, dice quello che il mio partito di riferimento non si ricorda mai di dire, chissà perché... e quindi, ecco, io non vorrei mai... cioè... già mi girano i coglioni a mille ogni giorno... e adesso Tocqueville, Berlin, Camus... Hannah Arendt... ecco... avete capito?
Quale sarebbe il Pantheon del Piddì?
Berlinguer e Moro, sosteneva la povera Serracchiani qualche mese fa...
Berlinguer e Moro, Berlinguer e Moro, Berlinguer e Moro...
Berlinguer e Moro? Uhm...
Ve lo devo proprio dire, in amicizia: io a Berlinguer e Moro ho sempre preferito Tocqueville e Berlin. Che ci posso fare?
E capisco tutto, figuriamoci...
Figuriamoci se Gianfranco Fini ha mai letto non dico Tocqueville, che magari qualche pagina, ma Berlin... Berlin, via...
Me lo ricordo, Fini, una volta, intervistato dal Tg 1 davanti alla libreria di casa: si intravedeva, alle sue spalle, un libro di Roberto Gervaso. No, dico: Roberto Gervaso, non so se rendo...

E quindi lo so: lo so che è tutta opera del professor Alessandro Campi, direttore scientifico della fondazione Farefuturo, il pensatoio della nuova Destra finiana.
Epperò, insomma...
Piace pure alla mia mamma che lo ha visto tante volte da Gad Lerner, 'sto professor Campi: una persona pacata, posata, uno che non interrompe mai i suoi interlocutori, un uomo di cultura...
Uno, insomma, che se li è letti, indubbiamente, Alexis de Tocqueville e Isaiah Berlin, Albert Camus e Hannah Arendt...
Campi, Campi... uhm...
Che poi con me basta poco, ma poco davvero: mi compri con due lire...
Che so? Con Tocqueville. O con Berlin...

P.S.
Un mio caro amico senegalese un giorno mi ha detto: «Se domandi a un immigrato il nome di un uomo politico italiano che si batte da sempre per i diritti degli immigrati, lui ti risponde Fini».
Fini.

9 commenti:

alessandro perrone ha detto...

In effetti..... c'è sempre qualcuno che ti supera..... a destra....

Unknown ha detto...

Andrebbe fatto un discorso lungo e pacato ("pacato" non lo uso come sinonimo di "blando" ma di "incazzatissimo però espresso con linguaggio educato").
E andrebbe fatto per dire alcune cose. Ne anticipo qualcuno di quelle che direi io:
1) il mito di Aldo Moro (esclusa la tragica vicenda del rapimento/prigionia/assassionio) va nettamente ridimensionato ed è assurdo che la sinistra italiana abbia inserito questo politico nel proprio pantheon,
2) il giorno del suo rapimento, io ero segretario della FGSI (federazione giovani socialisti) di Trieste. Feci fare e distribuire un volantino in cui (tra l'altro) c'era scritto: condanniamo nel modo netto il crimine compiuto dalle Brigate Rosse ma questa nostra condanna non significa dimenticare chi è Aldo Moro e cos'è la Democrazia Cristiana e il suo sistema di potere, contro il quale continueremo a batterci politicamente. Io e chi volantinava fummo minacciati dai comunisti e finì quasi a cazzotti. Dopo trent'anni continuo a pensare che avevamo ragione noi.
3) Se Fini e i suoi "suggeritori" intellettuali sono anche loro approdati a De Toqueville, Berlin, Popper, Bobbio e tanti altri, bene, ne sono felice. Il disastro è che noi del centrosinistracentro siamo alla deriva.

Mammifero Bipede ha detto...

C'è poco da aggiungere a quello che ha detto Luciano. Fini si sta ritagliando uno spazio politico partendo da idee molto precise sulla società, la legalità, le istituzioni democratiche. Evidentemente quando apre bocca sa parlare alla nostra classe intellettuale (ammesso che se ne abbia ancora una), ma lo fa in modo tale che anche il popolino sia in grado di comprendere le sue posizioni.
Il CSX, al contrario, continua a rincorrere la pancia del paese con generalizzazioni molto grossolane, e quando si rivolge (o crede di farlo) agli intellettuali lo fa con un linguaggio incomprensibile.
Il discorso vale pari pari per Di Pietro.

Mi torna in mente ancora una volta Nanni Moretti: "Chi parla male, pensa male e vive male. Le parole sono importanti."

P.s.: ma Marx che fine ha fatto? Non è che il fallimento dei regimi comunisti debba necessariamente portare al pensionamento dell'intera "critica marxista", sarebbe come buttare il bambino con l'acqua sporca...
(da queste parti i bambini ancora si mangiano...)

Unknown ha detto...

Mi fa ridere (amaramente ridere) ripensare agli anni Settanta e al 2009.
Io che non sono mai stato marxista ma ero e resto liberal-socialista mi ritrovo a essere più marxista (almeno in molte analisi) di chi era comunista ortodosso.
Il dramma (grottesco dramma) è che (vergognandosi del proprio passato) lo hanno gettato via tutto: come colti da una annebbiante amnesia. Il risultato è che adesso devono raccattare Aldo Moro, a stento Enrico Berlinguer (ma solo nella versione mediatica di Benigni che lo prende in braccio), Norberto Bobbio che non sanno bene chi sia e cosa abbia scritto, tra poco Giovanni Paolo II, assecondando Jovanotti col suo ridicolo "sogno una sinistra che vada da Che Guevara a Teresa di Calcutta".
Dimenticando che l'uno era un totalitarista castrista e l'altra una reazionarissima sostenitrice di Pinochet.

tic. ha detto...

D'accordissimo su Moro.
Aveva ragione Sciascia: essenzialmente un politico meridionale specializzato, come molti altri politici meridionali, soprattutto nel non dire.
Umano, troppo umano, nella prigione dei suoi assassini: confrontare le sue lettere, please, con quelle di alcuni condannati a morte della Resistenza, italiana ed europea per misurarne la tempra...

Quanto all'eclettismo culturale (?) degli ex comunisti (da Che Guevara a Madre Teresa via Jovanotti e Benigni) ne ho scritto tante di quelle volte...

La cosa che ho sempre detestato di più, di certi comunisti (non di tutti: mi riferisco soprattutto ai cinquantenni, i giovani allevati da Berlinguer - dal mio amico D'Alema a Veltroni passando per i Fassino e le Turco) è la terribile brama di essere accettati in società, in certi salottacci della borghesia gaglioffa di questo Paese di merda che una rivoluzione borghese non l'ha mai conosciuta.

E come l'hanno abbracciata volentieri, certa modernità cialtrona, no?
Pensate solo a Fassino e al suo "Allora abbiamo una banca!!!" detto a quel bel tomo di Consorte: vale più di mille trattati sociologici per comprendere il disastro in cui è andata a cacciarsi la Sinistra italiana.

LC ha detto...

Tale è stata la deriva morale della classe politica degli ultimi anni, che uno come Fini può tranquillamente fare un figurone esprimendo sulla società e sulle istituzioni democratiche dei banalissimi dati di fatto che dovrebbero essere nel DNA di ogni uomo politico degno di questo nome.

yodosky ha detto...

Se io fossi la sinistra italiana invece mi comporterei nei salotti ''bene'' come i Blues Brothers quando vanno al ristorante. (Ricordate? "Quanto vuoi per tue done? Io compra tue done").
Il buon Fini: non so se perchè costretto, non so se per sua volontà, ma si comporta come io vorrei si comportassero molti del Pd. Perchè non lo fanno? E chi lo sa; adesso in più non dovrebbero fare altro che copiarlo senza neppur sforzarsi troppo...

Fabio Montale ha detto...

Cara Yod, una volta si diceva che in Italia la politica di destra la si poteva fare solo da sinistra. Questo spazio adesso e' vuoto. Fini lo ha capito e lo sta riempiendo.

Zimisce ha detto...
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