mercoledì 7 gennaio 2009

Io a questa bandiera voglio bene


E non mi sento in colpa neanche un po'.

44 commenti:

barone von furz ha detto...

...rispetto come le altre...mi sembra meglio...

yodosky ha detto...

Tic, ma che hai fatto? Adesso l'Adespoto, Zimisce e Alessandro Perrone ci irrompono in casa e distruggono tutto.

Anonimo ha detto...

No, no, barone... Proprio affetto.
E per molti motivi. Che non so se siano tutti ugualmente buoni, però.

Quanto al bizantino, all'austero Adespoto e a Perrone, noto descamisado, non ho paura: è gente dialettica (per quanto riguarda Perrone e l'Adespoto dialettica, direi, quasi per antonomasia).
Mi perdonino, se possono: ogni tanto scatta il richiamo della foresta, per il povero tic.
Che in fondo non è altro che un repubblicano un po' 'a la vecia', tenetene conto

Fabio Montale ha detto...

la bandiera non si tocca. magari neanche le ambulanze della mezzaluna rossa...

alessandro perrone ha detto...

Dialetticamente io sto con i più deboli, gli aggrediti che hanno il diritto della resistenza, qualsiasi essa sia, soprattutto sto con quelli che muoiono 100 a 1. Non sono equidistante, sono con Hamas perché Hamas difende i palestinesi, sono contro l'ANP perché guarda senza fare nulla, avendo le tasche piene dei dollari dell'imperialismo guerrafondaio e militarista di israelo-statunitense.
Personalmte non brucio, né brucerei le bandiere di nessuno, anche perché rappresentino un intero popolo, penso però che bruciare una bandiera sia di gran lunga meno odioso e grave che usare le bombe al fosforo o bombardare scuole ospedali e moschee.

Anonimo ha detto...

E' che critichiamo, e giustamente, le cose che riusciamo a vedere.
Intendo, nessuna tv ci ha mai mostrato i qassam che sono piovuti sul Negev, e dei giornali non parliamo nemmeno: trafiletti a pagina venti, ben che andasse.

Perciò non ha proprio nessun senso (ma veramente nessuno) che io parli dei qassam e dei missili grad che i militanti di Hamas, negli ultimi mesi, hanno sparacchiato alla minchia di pupo sul territorio dello stato di Israele, me ne rendo conto.
Perché, chi mai li ha visti, quei qassam?
Le bombe su Gaza, però, adesso le vediamo. E dunque possiamo incazzarci e indignarci.


Così, Israele attacca Gaza perché si, perché lo stato ebraico è nazista, perché gli ebrei amano far del male agli arabi, specialmente ai bambini arabi, come no, eccetera eccetera eccetera. E non ci son problemi.
Cattivi, cattivi ebrei.
Khaled Meshal, invece... E' uno che costruisce ospedali, Meshal. E' un ingegnere sociale: ma vi hanno mai parlato dello straordinario modello di welfare che ha costruito Hamas a Gaza? Emozionante davvero.
E di Hanyeh che dire? Un Olaf Palme mediorientale! Oddio, un tantinello fanatico, ma vuoi mettere con quei cazzo di rabbini?
Tutt'altro fascino.
Eppoi, 'sti cazzo di ebrei: ma perchè son sempre così impazienti? Perché non li tollerano senza reagire, i qassam e i grad che Hamas spara alla minchia di pupo sul Negev? Non lo sanno, 'sti ebrei di merda, che i qassam sono dei missiletti da luna park? Come osano reagire con il loro arsenale micidiale a quelle che, dai... Cosa sono, in fondo? Punture di zanzara dei poveri oppressi sul culo dell'elefante imperialista.
Ma checcazzo!



La cosa che mi fa più male, alla fine, è che adesso ad Israele tocca di essere tanto, ma tanto duro.
Se così non fosse, la cosa sarebbe moooolto mal intrepretata, in quell'aria di mondo (dove, da sempre, Israele è amatissimo, va detto).
Perciò gli israeliani stanno picchiando forte, e chissà per quanti giorni ancora picchieranno forte.
E se non riusciranno a farsi rispettare con questa guerra (dopo il fallimento contro Hezbollah, in Libano) chissà cosa potrebbe accadere...
L'Iran?

In tutto questo, poveri i morti di Gaza.
Vittime di tsahal? Si, vittime di tsahal.
Io però dico vittime due volte: vittime anche del cinismo bastardo dei loro capi politici. Ma comprendo che 'sto discorso non è molto popolare dalle nostre parti. Specialmente a sinistra, mi pare.
Grande il welfare di Hamas, comunque.

Fabio Montale ha detto...

Bello giusto condivisibile... ma condannare Dresda non significa essere negazionisti

Anonimo ha detto...

No di certo.
Ma Dresda è colpa di Hitler. E' lui che se l'è cercata.

Anzi, no: è colpa dei tedeschi, che Hitler l'hanno amato alla follia e l'hanno seguito con entusiasmo.
Bello, comunque, il sistema di assistenza sociale nel Terzo Reich, tra l'altro.

alessandro perrone ha detto...

Tic, messa così non ti rispondo neppure, il caso dei missili Quassam mi pare come quello delle famose armi di distruzione di massa in mando a Saddam Hussein.
Israele, o meglio il suo governo, perseguono una politica terrorista ed imperialista, questo già mi basta per decidere da che parte stare.

Anonimo ha detto...

Si, sulle bandiere bruciate non ho in effetti molto da dire.
Le bandiere sono un simbolo, certo, ma alla fine solo un pezzo di stoffa. Chi brucia una bandiera fa una cosa sgradevole, ma di certo non irreparabile.

Ho molto da dire, invece, su chi fa finta di non sapere (o non vuole vedere: fa lo stesso), che Hamas è un'organizzazione terroristica che si propone di distruggere Israele(o l'entità sionista, come preferiscono dire loro) in quanto stato.

La reazione degli israeliani ai ripetuti lanci di missili dalla striscia di Gaza nel territorio dello stato ebraico è stata senz'altro sproporzionata (io non ho dubbi di sorta, perché parlano i numeri). Oltre che terrificante (e per me, che molto amo Israele, particolarmente drammatica).
Ma non credo che si possa chiedere a Israele di lasciarsi distruggere dai milioni di arabi (da SEMPRE) arrabbiatissimi con lui che lo circondano.

Concludendo, prima si prende atto (anche in Occidente: mica sto parlando solo dei terroristi di Hamas) che Israele sta lì dove sta, ormai, e indietro non si può tornare, e meglio è.

Infine: poveri palestinesi. Davvero. Che razza di leadership merdosa è toccata loro in sorte...

Zimisce ha detto...

"è per me un dovere
amare il popolo ebraico
lo stato d'israele."
G. Lindo Ferretti.

condivido la prima parte dell'affermazione, sulla seconda ho i miei signori dubbi. in primis perché non sento il dovere di amare nessuno stato.

ciò detto anche se non fossi interessato alla cultura ebraica (scholem! mi manda in orgasmo!) come europeo sentirei comunque l'obbligo di provare l'affetto di cui anche tu parli, mastro. poco da fare, è il famoso assegno in bianco con la storia di cui si parlava.

fatta la necessaria premessa, passiamo ai fatti:

a) quelli di hamas sono degli stronzi perché fanno massacrare cinicamente la loro stessa gente. è questo è quello che fanno solitamente i fanatici. difficilmente posso dire di essere dalla parte di un gruppo di militaristi, fanatici, integralisti, maschilisti, autoritari per quanto condivida le opinioni sacrosante di perrone sull'ANP.

diciamo piuttosto che non è una questione di lazio-roma "tu stai con israele io sto con hamas". in giorni come questi NON si può stare con hamas e NON si può stare con il GOVERNO israeliano.

questo non vuol dire che non comprenda le ragioni per cui hamas ha tanti voti tra i palestinesi. a proposito, sulla nascita del suddetto movimento consiglio JIHAD di kepel, libro un po' datato ma FONDAMENTALE.

b) sull'aspetto strettamente militare: in effetti, mastro, i razzi kassam (di razzi trattasi, fossero missili già sarebbe diverso) son un'arma del piffero. è anche per quello che non se ne vedono i devastanti effetti: ti deve proprio cascare in cucina perché ti ammazzi. non nego il loro effetto terroristico, ma è proprio quello il loro effetto principale. fosse diversamente il buon emilio fede ci avrebbe già mostrato tutto, te lo garantisco.

ad un'azione terroristica intimidatoria compiuta da un gruppo paramilitare (pur con ampio sostegno popolare) il governo di israele ha reagito con un'offensiva militare su larga scala le cui vittime sono principalmente civili. si potrebbe dire che hanno abboccato all'amo.
in realtà il loro picchiar duro, caro mastro, non è per far smettere hamas: lo sanno anche loro che hamas non smetterà comunque vada, li conoscono i loro polli. l'obiettivo di questa guerra, come faceva giustamente notare Grandi Plantigradi, è guadagnare posizioni, soprattutto recuperare il lustro di zahal dopo le saccagnate che si son beccati da hezbollah.

quando hai a che fare con i fanatici islamisti alzare il tiro porta solo a conseguenze peggiori, e questo lo sanno anche i governanti israeliani (per esperienza) solo che loro son convinti di averla vinta alla fin fine. più o meno come hamas.

per cui se ne vadano a fare in culo, anche loro come hamas alzano il tiro sapendo che il prezzo delle loro azioni sarà pagato dal loro popolo.

una noticina sull'iran, problema che mi sta a cuore: gli iraniani non sono deficienti (ahmadinejad a parte, ma lui non conta un cacchio mica è il capo dello stato) non attaccheranno israele. il motivo è semplice: israele ha almeno 200 bombe nucleari, loro neanche una. e anche se le producessero sarebbe solo per un valore deterrente necessario a farsi rispettare come potenza regionale. anche se riuscissero a produrne, che so, qualche decina come il pakistan, comunque verrebbero spazzati via in un confronto con israele.

zio cantante come sono fottutamente prolisso, scusami mastro. è che su certe cose bisogna esser precisi.

Zimisce ha detto...

dimenticavo! importante!

i grad! quelli sì son missili e son più pericolosi dei kassam... di mezzo in questo caso ci son iran e/o siria, questo va detto. solite conseguenze dell'assurdo gioco al massacro in cui tutti aumentano al violenza certi della vittoria.

puah, che palle.

Anonimo ha detto...

החיים של מדינת ישראל ..matisyahu

alessandro perrone ha detto...

Zimisce, eccepisco su un punto nodale, tu dici:"..quelli di hamas sono degli stronzi perché fanno massacrare cinicamente la loro stessa gente. è questo è quello che fanno solitamente i fanatici. difficilmente posso dire di essere dalla parte di un gruppo di militaristi, fanatici, integralisti, maschilisti...".
Hamas è oggi l'unica resistenza organizzata e possibile per i palestinesi di Gaza, può non piacere, ma se RESISTERE è un’opzione ammissibile e lo è anche per il diritto internazionale, allora o si sta con la resistenza o contro di essa.
Israele sta compiendo un atto terroristico di stato, usando ogni mezzo, ciò non è come pare affermi Tic, uno scivolone militarista, ma una logica imperialista volta ad annientare deliberatamente i palestinesi che resistono. Gli altri, quelli "buoni", gli ha già in tasca da tempo.
Hamas è cinica? Probabilmente si, ma i suoi dirigenti, non sono da un’altra parte del mondo, lottano, muoiono e resistono con i loro connazionali a Gaza; sono semplicemente, qui e ora, gli unici veri rappresentanti del proprio popolo.
Se vivessi a Gaza, essendo comunista, oggi sarei al loro fianco, se domani questo immane orrendo casino, dovesse finire, da comunista, terrei la pistola sotto il cuscino.
Se la logica imperante è quella militare e, così mi pare sia ora, militarmente occorre rispondere.
L'equidistanza non è possibile. L'equidistanza è una formula buona per quella sinistra che ha perso il senso dell'internazionalismo e della sua storia moderna, che ha le sue radici proprio in un atto di resistenza.

Anonimo ha detto...

Non sei prolisso.
E' che l'argomento è assai complesso.
Io ho pochi punti fermi, sul Medio Oriente.
Uno dei pochi è che ormai Israele sta là.
Tanto vale prenderne atto. Tanto vale che TUTTI ne prendano atto.

Israele, in quell'aria di mondo (complessivamente ostile alla sua esistenza) deve continuamente tener alto il livello della risposta alle aggressioni che subisce.
DEVE. Ed è armata così tanto proprio perché DEVE. E' circondato, Israele. Da quando è nato.

In effetti, per capire quello che sta accadendo a Gaza, la chiave è quel disastro che è stata la guerra del 2006 in Libano contro Hezbollah: Israele ne è uscito malissimo. Davvero troppo male.

Sull'ANP siete troppo duri.
Non conta nulla (anche) per la miopia politica degli europei, degli americani e soprattutto degli israeliani (che han fatto tante coglionate, in cinquant'anni di esistenza: e chi lo nega. D'altra parte, sono una democrazia. Come tale, roba imperfetta. Sono le dittaure ad essere perfette, mai le democrazie).

tic. ha detto...

Alessandro, mi pare tu abbia la mistica della resistenza...
Usi la parola un po' a prescindere.
Resistono? Si?
E' da quando Israele se n'è andato da Gaza che resistono, rompendo il cazzo a Israele (e che bastonano, a Gaza, i palestinesi che non la pensano come loro, ricordiamolo).
Con lo scopo che ha detto il bizantino, poco da fare...

Provino a riconoscere il diritto all'esistenza di Israele in quella terra, quelli di Hamas. Poi magari potrò provare ad essere equidistante tra loro e Israele.

Fabio Montale ha detto...

(p.s. ho provato ad usare questo sito che ho tra i preferiti per la frase di anonimo: funziona. Copia e incolla ed e' fatta.
http://www.lexicool.com/translate.asp?IL=2)

Anonimo ha detto...

Si.
החיים של מדינת ישראל
Viva Israele.

Anonimo ha detto...

E comunque, la logica militarista di Israele è determinata proprio dal fatto di essere circondato da milioni di arabi che da cinquant'anni vogliono la sua morte e solo la sua morte (quelli che hanno smesso di volerla è perché hanno capito che non c'è trippa dopo aver mosso guerra ad Israele ed esser stati disastrosamente sconfitti. Vedi l'Egitto. Testo consigliato LA GUERRA DEI SEI GIORNI di Michael B. Oren).
E da nient'altro.

Se la logica di Hamas nei confronti di Israele è quella militare, beh, militarmente Israele ha risposto.

C'è sproprozione. C'è una violenza intollerabile. Ma non si può chiedere ad Israele di stare fermo. Nemmeno di fronte a dei razzetti sparati ad minchiam.

Anonimo ha detto...

Un'ultima cosa (ma solo per Alessandro, che spero non si sia incazzato troppo: ma visto che mi conosce bene, ahilui, non dovrebbe).

Ad Hamas bisognerebbe dire quello che disse una volta Fidel Castro a Carlos Franqui: "Non entrare nella gabbia di una tigre per graffiarla, Franqui: perché ti sbranerà".

alessandro perrone ha detto...

Tic, ora siamo alla mistica della resistenza... potrei obbiettare che tu fai quella della democrazia formale, perché in Israele e in quasi tutto il mondo occidentale a partire dagli USA, c'è solo una formale democrazia (a tal proposito il tuo caro a prescindere, Mr. Obama, che bella figura di merda sta facendo).

Il pluripartitismo non è la condizione principale per dichiarare democratica una nazione.

Hamas rompe? No, Hamas RESISTE! Sono una massa di cinici stronzi, ma sono lì a combattere un’aggressione bella e buona, caro Tic, poco importa se "democratica".

Quando si perde il senso delle parole, siamo all'inizio della fine.

Fabio Montale ha detto...

Spiace dirlo ma fino al 20 gennaio mr Obama non puo' fare proprio niente. Ha le mani legate. Ieri sera sul Late Show di David Letterman la domanda ricorrente era: e' arrivato il 20? (no? mannaggia...continuava)

Anonimo ha detto...

Mi si accusa di mistica della democrazia formale...
Ci avrei giurato.

Fabio Montale ha detto...

scusate l'ignoranza profonda e il tiro fuori bersaglio ma... quando si dice 'resistenza' lo si dice intendendo 'resistere ad una indebita occupazione?'
No perche' io ho in mente la Resistenza, quella contro i nazi, quella in cui le azioni erano di guerriglia e sabotaggio delle attivita' militari altrui; non mi risultavano atti terroristici contro la popolazione civile tedesca. Ma, ripeto, scusate l'ignoranza.

Fabio Montale ha detto...

A proposito ricordo scene da film in cui i resistenti arrivano nei villaggi dove passeranno i nazi, nascondono i civili e li sostituiscono. Non mi risulta che andassero in posti disabitati e poi chiamassero li' i civili per essere piu' protetti. Ma, ripeto,...

Anonimo ha detto...

uhè che genio il Montàle:allora prova a tradurre questo: . BIFIDUS ANONIMUS

Anonimo ha detto...

Io invece sto pensando alla lotta di Gandhi contro gli inglesi.
Gandhi riuscì a vincere perché aveva contro la più antica democrazia (formale, certo. Non sostanziale come la Cecoslovacchia di Gustav Husak) del mondo.
Avesse avuto contro la Germania nazista, col prispolo che avrebbe vinto.

Cosa voglio dire?
Smettano i palestinesi di usare le armi.
Metterebbero un bel po' in difficoltà i filoisraeliani (a prescindere? Forse...) come me...

Zimisce ha detto...

@alessandro p.: non sono per l'equidistanza. la mia comprensione va tanto ai palestinesi quanto agli israeliani, il mio sostegno (per quel che vale) va ai palestinesi per una mera questione di squilibrio materiale, come spiegavo in altra sede. ma come dicevo e come ha ribadito il tic, hamas non resiste: è solo un fattore di aggravamento della crisi. d'altra parte è stata CREATA appositamente con questo scopo, esattamente come bin laden (da cui pure è differente). rimando nuovamente al libro di kepel.

se fossi un palestinese sarei anch'io con hamas: come dicevo capisco benissimo le ragioni che creano il sostegno di hamas. ma non sono un palestinese, non soffro la fame, le bombe, il sangue.

ma NON sono un palestinese. sono un anarchico europeo e francamente non trovo alcuna giustificazione per dare il mio sostegno ad un movimento (per quanto ben organizzato) di militaristi che rende solo le cose più difficili anziché portare la propria gente ad uscire dalla crisi.

sai che sorpresa per il governo di israele se hamas avesse detto "i nostri razzi sono una giustificazione per zahal per massacrare la nostra gente quindi smetteremo di lanciarli, e vediamo cosa fanno loro poi"? ma non l'hanno fatto. e il massacro continua.

bisogna inoltre considerare che neanche hamas è monolitica, ci sono diverse correnti e quella che domina in questo momento è la peggiore.

mi permetto, da ex militante di un partito comunista, che è un errore della sinistra europea quella di valutare movimenti come hamas in base alla struttura marxista con ragionamenti del tipo: saranno degli stronzi ma sono gli unici a FARE qualcosa. è vero che FANNO, ma non sono i vietcong: il fattore ideologico che muove l'islamismo non può essere eluso, i loro fini sono di altro tipo. questo significa che il loro approccio 'apocalittico' può portare senza grandi problemi a danni irreparabili alla loro stessa gente perché tanto l'obiettivo sta al di là. un discorso che invece non vale per stati come l'iran.

sul fatto poi che i dirigenti di hamas siano tutti così coraggiosi beh... non mi risulta che siano loro quelli che si fanno esplodere.

se vuoi possiamo discutere di hezbollah come movimento resistente, in quel caso il discorso potrebbe cambiare, ma per hamas temo vada proprio così.

@tic: hai detto "C'è sproprozione. C'è una violenza intollerabile. Ma non si può chiedere ad Israele di stare fermo. Nemmeno di fronte a dei razzetti sparati ad minchiam."

lo stesso si può dire, con altrettante (se non di più, considerando la storia dal XIX secolo) della resistenza palestinese. bisogna finirla.

riassumiamo: due fazioni rifiutano di prendere in considerazione la possibilità della pace perché entrambe vogliono combattere fino alla VITTORIA. vittoria che, al momento, nessuna delle due può raggiungere. l'unico modo per cambiare le cose è che uno dei due sia disposto a non reagire alle provocazioni altrui pur sapendo che l'altro continuerà ad aggredirlo a lungo anche in seguito. fino a quando il sostegno popolare alle posizioni estreme non sia calato.

chi può fare questa scelta?

i palestinesi? i palestinesi non possono per la famosa questione dello squilibrio: se smettono di resistere, israele semplicemente se li mangerà e li sottoporrà al simpatico simil-apartheid che riserva ai suoi attuali cittadini arabi (brutta cosa il nazionalismo). in poche parole, la palestina non ha la forza e nemmeno le condizioni storiche-sociali e politiche per fare una scelta del genere.

gli israeliani? gli israeliani hanno decisamente la forza per uscire dal gioco smettendola di alzare la posta in gioco fino a quando in palestina non prenda piede un punto di vista differente. con l'iraq fuori dai giochi, non c'è stato arabo o coalizione che possa sconfiggere israele e i suoi alleati d'oltreoceano. e poi, se vogliamo dirla tutta, è proprio israele lo stato liberale, la democrazia rappresentativa, quindi sta a loro. certo, una scelta del genere non può esser presa da un governo israeliano senza un vasto appoggio popolare. è quindi necessario che la gente di israele si stufi del sangue.

è una questione di forze in campo. i palestinesi non possono. israele sì.

vi pare un progetto assurdo? sarà, ma non è molto diverso da quello che aveva capito anche rabin. non è un caso che sia stato ammazzato dagli integralisti.

come europei non possiamo continuare a sostenere posizioni integraliste dall'una o dall'altra parte. mai.

Adespoto ha detto...

Massimo rispetto, ovviamente, per i sentimenti...

A dire il vero non sono mai stato innamorato delle bandiere, provo passioni per le idee, per le culture, ma non per le bandiere.

Sono solo fazzoletti di stoffa che però sembrano dotati di poteri magici e sacrali, in una mistica pseudo-bellica che si può far tornare indietro fino all'antichità.

Mi piace, ad esempio, la cultura Ebraica.
Ogni tanto leggo un passo del Talmud Babilonese.

Non mi piace invece quello che fa lo stato di Israele.
Israele è una democrazia autoritaria, che va guardata con occhi disincantati.
Certo che la sua militarizzazione è frutto del contesto in cui si trova, ma questo vale per qualsivoglia stato e qualsiasi situazione storica. Tutta la questione mediorientale è una vicenda con stretta interdipendenza tra gli avvenimenti.

Personalmente credo che con le scelte politiche e militari, che ha messo in atto per decenni, Israele si sia ritagliato il ruolo di "cuore spinoso", che lacera e fa sanguinare lungo ogni suo confine. I rapporti con gli stati confinanti sono costantemente improntati all'odio o alla subordinazione militare, ed il governo non ha mai fatto nulla di concreto (al di là delle dichiarazioni) per invertire questa situazione, anzi ha spesso delegittimato gli interlocutori Palestinesi aiutando la degenerazione e l'avanzare di posizioni estremistiche in quel paese.

Quanto al riconoscimento di Israele, si tratta di un falso problema, Israele è in tutta evidenza uno stato autonomo da tutti i punti di vista, al contrario dei territori Palestinesi.

P.S: Ovviamente Hamas non mi piace, d'altronde non accetto l'idea che se critico qualcuno devo per forza innamorarmi del suo avversario.

P.S2: L'affare è molto complesso, distinguo sempre tra un Israeliano, e ne ho conosciuti, che vive in divisa per anni, che ha paura a salire sugli autobus, che si vede continuamente il "nemico alle porte" e lo stato di Israele.


@Yod: Comunque mi serve il vostro indirizzo di casa, ho qui una squadra di demolitori che hanno già ricevuto l'anticipo! ;-)

Adespoto ha detto...

Nota a margine:

Se fossi in Palestina NON starei con Hamas. I Comunisti Iraniani dovrebbero aver insegnato qualcosa su quello che succede quando si pensa che l'Islamismo sia una variabile non influente nella vita politica di un territorio.

Hamas non è che l'incarnazione Palestinese di pulsioni profondamente identitarie, tradizionaliste, reazionarie, religiose. Solo che in un contesto bellico questi elementi forniscono il substrato per una mobilitazione permanente e per una ribellione collettiva.
Però questa non è "resistenza" è la Vandea.

Zimisce ha detto...

Cos'hai contro la Vandea caprone!?!? ;)

yodosky ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
yodosky ha detto...

"@Yod: Comunque mi serve il vostro indirizzo di casa, ho qui una squadra di demolitori che hanno già ricevuto l'anticipo! ;-)"

Occacchio, lo dicevo io.

Comunque, per quel che vale, sono più d'accordo con i due facinorosissimi Adespoto e Zimisce che con Tic.
Mr. Perrone, mi scusi ma non riesco proprio a vedere le cose dal suo punto di vista riguardo Hamas. Anche perchè, essendo cinici all'ennesima potenza, non sopporto il caspita di spreco di risorse che una così lunga guerra comporta. Una guerra è conveniente solo finchè quello che posso definire una sorta di economie di scala alla rovescia non ne hanno vanificato l'obiettivo. E il limite è stato ben che superato. Almeno questo, diavolo, lo si può capire.
Per quanto riguarda Tic, Egli ha la fastidiosa abitudine di vedere solo un lato della questione, naturalmente quello giusto (ci mancherebbe). Per cui proviamo a fare un gioco di immedesimazione.
Mettiamo che l'Istria si metta in testa di tornare in Italia e inizi a infastidire la Croazia finchè questa non si stufa e rade al suolo Marincici, Bobici e altri paesi dai nomi assurdi. Dove starebbe la ragione, in questo caso?

yodosky ha detto...

Come Fabio Montale sa bene, l'ipotesi di cui sopra riveste per me un particolare fascino morboso....

alessandro perrone ha detto...

@Fabio, il problema dell'insediamento di Obama è vero, ma vista la gravita del caso, una sua anche generica, moderata, critica all'uso sproporzionato della forza avrebbe quanto meno frenato Israele.

@Tic, tu sai benissimo, caro il mio furbone, che Gandhi ha trattato l'indipendenza indiana, quando l'Inghilterra era sotto i bombardamenti tedeschi.
Per, il resto, aveva forse ragione il gen. Alexander, quando nel '44 ordinò ai partigiani italiani di starsene nascosti e lasciar fare agli Alleati? La nostra Costituzione e democrazia (progressive) sarebbero state uguali?

@Zimisce e @Adespoto, Hamas è ciò che dite voi, ma il punto non cambia. Esiste il diritto alla resistenza? Per me si, oggi è Hamas ad organizzarla e quindi, con Hamas occorre rapportarci. I comunisti e progressisti palestinesi penso lo sappiano bene (almeno me lo auguro, che un domani (se ci sarà un domani per i palestinesi), sarà necessario difendersi anche da Hamas.

Anonimo ha detto...

Ma che c'entra il paragone con l'Istria?
Mamma mia.

E comunque la ragione starebbe dalla mia parte, come al solito e come tu ben sai...

Anonimo ha detto...

Se interessa ascoltare una bella voce,

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200901articoli/39845girata.asp

Fatelo, fatelo...
Ah, sì: è roba da ebrei, vi avverto.

alessandro perrone ha detto...

08/01/2009
Unrwa sospende le attività a Gaza, La Croce Rossa internazionale contro l'esercito di Israele

La decisione presa per protestare contro le "azioni ostili contro il proprio personale"

L'agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, Unrwa, sospenderà tutte le attività umanitarie nella Striscia di Gaza, in seguito all'uccisione di un suo autista, avvenuta giovedì mattina. Lo ha annunciato il portavoce dell'Unwra, Adnan Abu Hasna, che ha anche riferito della morte dell'altra persona che inizialmente era rimasta ferita.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha diramato questo pomeriggio un comunicato molto duro contro l'esercito israeliano. L'accusa è quella di non prendersi cura dei civili feriti sul campo e di ostacolare le operazioni di soccorso, in grave violazione delle convenzioni internazionali. Il portavoce Pierre Wettach ha raccontato che quindici morti sono stati ritrovati mercoledì nelle loro case nel quartiere di Zaytun, a Gaza, quando il permesso per il passaggio delle autoambulanze era stato richiesto ben quattro giorni prima.

il Comitato internazionale della Croce Rossa ha qualificato come "inaccettabile" il ritardo imposto da Tsahal (l'esercito israeliano) per autorizzare l'intervento dei soccorsi.

(Bella democrazia, non c'è che dire).

Zimisce ha detto...

ufficio reclami via barona milano 12

mal comune mezzo gaudio.

alessandro perrone ha detto...

Non insisto oltre, spero che si arrivi il più rapidamente possibile ad un cessate il fuoco.

Visto che è il 10° anniversario dalla scomparsa di De Andrè propongo la visione di questo video, visto che a morire in tutte le epoche (per mano imperialista), sono soprattutto gli indifesi: Fiume Sand Creek
http://www.youtube.com/watch?v=h_ewkW72c6I

Anonimo ha detto...

sulle posizioni della CROCE ROSSA sugli scenari internazionali si potrebbe aprire un'enciclopedia di post.....una PORNOCROCEROSSINA

Giulia ha detto...

Sono d'accordo in linea di massima con il discorso di adespoto sulla questione delle bandiere; spesso derivano da guerre o dalla storia personale di un paese e ci sono sempre dietro elementi discutibili, dunque li considero come simboli e nulla più.
Massimo rispetto per la cultura e la storia del popolo ebraico, comunque, come per le vicissitudini del popolo palestinese. Popolo, sottolineo, in quanto il protagonista, volente o nolente, di questa faccenda infinita, è il popolo.
Per questo motivo, rischiando di fare la qualunquista di turno, mi informo ma non mi schiero. Spiacente, non sono per il vittimismo nè per il giustificazionismo. Preferisco essere contro la guerra punto e basta, con l'auspicio di una risoluzione diplomatica che non scontenti troppo nessuno, perchè si dovrà necessariamente trattare di un compromesso.
Dopo una telenovela di sangue così lunga, ognuno ha ragione e torto. Di sicuro ci rimettono in tanti che ne farebbero a meno.
L'atto più coraggioso, per uno che sta laggiù, è riuscire a non schierarsi e a non sfociare in un atteggiamento integralista.

alessandro perrone ha detto...

Giulia, non condivido per nulla il tuo intervento, anche perché non sono né un pacifista, né un non violento, sono antimilitarista e sinceramente penso che in determinate situazioni occorre usare la violenza per difendersi. Tuttavia, comprendo la natura del tuo ragionamento, qui, infatti, si parla di popoli indifesi, dall'una e dall'altra parte, di persone, spesso bambine e bambini che muoiono senza alcuna colpa, questo fatto non mi sfugge. Ma rimanere alla finestra sperando che s'arrivi ad un compromesso mi pare sia un atteggiamento pilatesco che forse i singoli, tu, io possiamo anche avere, ma gli stati, i governi e soprattutto sta benedetta Europa non possono permettersi.
Il compromesso, in ogni caso, se ci sarà, costituirà l'ennesimo annientamento delle ragioni dei palestinesi; hai visto per caso come si è ridotta la presenza delle comunità palestinesi sul territorio oggi d'Israele?
Nel caso, ti linko l'indirizzo della pagina, fatti un'idea, e se credi ne riparliamo: http://www.forumpalestina.org/news/2008/Ottobre08/07-10-08ProblemaSulCampo.htm

Giulia ha detto...

Mi rendo conto di aver parlato senza sufficienti argomentazioni; concordo sul fatto che rimanere alla finestra sia inutile, ma da pacifista e antimilitarista continuo a sostenere che un intervento militare, anche se forse è necessario per fermare le aggressioni, sia sempre controproducente. E poi entra in gioco la famosa questione: chi dovrebbe intervenire militarmente? E dalla parte di chi? E (purtroppo) per quali interessi? Non esiste guerra di pace. Dico sì, tuttavia, a un maggiore impegno e intervento (ma sempre diplomatico)da parte delle democrazie europee ed extraeuropee. Purtroppo c'è un atteggiamento lassista da questo punto di vista, perchè in alcuni casi ci sono troppi interessi economici e per altri versi non ce ne sono abbastanza. sarei curiosa di saper cosa si dice in stanze dei bottoni come quella della casa bianca.
Da parte della gente, invece, ho già sentito dire commenti del tipo "perchè non tiriamo su un muro e lasciamo che si scannino tra loro?". Questa storia è davvero infinita, ma bisognerebbe trovare, una volta per tutte, una soluzione che sia efficace e, risolvendo la situazione, non apra la strada a una catena di ripicche e odii senza fine, come è successo in iraq.
Guarderò il tuo link, comunque.