venerdì 3 settembre 2010

Di plagi e finzioni

Fabio Filipuzzi, ingegnere e scrittore udinese, ha pubblicato tra il 2006 e il 2010 ben sei libri - tra romanzi e saggi di estetica, filosofia, architettura - per i tipi di Campanotto e Mimesis.
“Peccato – ha scritto su Il Piccolo Pietro Spirito – che almeno due dei suoi romanzi siano interamente copiati – si intende in modo integrale, dalla prima all'ultima pagina, da altri autori, peraltro di fama”.

Nel romanzo La parola smarrita, del 2008, Filipuzzi avrebbe vampirizzato, parola per parola, Pomeriggio di uno scrittore, di Peter Handke nella traduzione di Giovanna Agabio per Guanda. Invece L'ipotesi della bellezza, opera filipuzziana del 2009 (che “fra l'altro riporta in esergo una frase che Filipuzzi attribuisce a se stesso e invece è presa di peso da L'animale morente di Philip Roth”) uscita anch'essa per l'editore Campanotto, sarebbe integralmente copiata da Aurore di Jean-Paul Enthoven nella traduzione di Vincenzo Vega per Bompiani. Sempre nel 2009 è uscito per Mimesis un altro romanzo di Filipuzzi, La donna di velluto: qui il nostro avrebbe rubato a man bassa da diverse opere: L'Invenzione della solitudine di Auster, Un uomo solo di Isherwood, Il danno della Hart.
È stato un libraio italo-tedesco che vive a Trieste, Jean-Pierre Bouerdick, a smascherare 'sto plagiator cortese. Come, lo ha raccontato ieri lui stesso a Il Piccolo.
Una vicenda sconcertante e forse pure emblematica la sua parte: se non altro, di una presunzione di impunità a prescindere (con un di più di beata incoscienza che non si può definire altrimenti che infantile) diventata in questi ultimi anni forma mentis per troppi italiani. Per capirci meglio, “un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri. Se dovessi acclarare che la mia abitazione fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo, il tornaconto e l'interesse, i miei legali eserciteranno le azioni necessarie per l'annullamento del contratto di compravendita”.

In Finzioni, di Jorge Luis Borges, c'è un racconto che ha per titolo Pierre Menard, autore del «Chisciotte».
Vi si racconta dell'opera visibile e di quella invisibile, perché incompiuta, di un romanziere, Pierre Menard appunto. Vi risparmio la parte in chiaro, e mi concentro sull'altra: “la sotterranea, l'infinitamente eroica, l'impareggiabile”, un'opera che “consta dei capitoli IX e XXXVIII della prima parte del Don Chisciotte, e di un frammento del capitolo XXII”.
Pierre Menard, scrive Borges, “non volle comporre un altro Chisciotte – ciò che è facile - ma il Chisciotte. Inutile specificare che non pensò mai a una trascrizione meccanica dell'originale; il suo proposito non era di copiarlo. La sua ambizione mirabile era di produrre alcune pagine che coincidessero – parola per parola e riga per riga – con quelle di Miguel De Cervantes”.
Fossi in Filipuzzi e mi mancasse il coraggio di spararmi un colpo di pistola alla tempia, imposterei la mia difesa in tribunale (perché qualcuno ce lo trascinerà, in tribunale, l'uomo: e giustamente, dico io) sul Menard di Borges.
Signor giudice, ha presente Finzioni di Jorge Luis Borges? Ecco, vede, in Finzioni c'è un racconto che ha per titolo...




P.S.
Spero tanto che Filipuzzi sia orfano e che non abbia un amico che sia uno. Lo spero per lui.

7 commenti:

Mammifero Bipede ha detto...

Sono perplesso, anzi, mi perplimo vieppiù.
Rammenta la storia del giornalista che per anni si è inventato interviste a destra e a manca (ma perlomeno non plagiava).

Ipotizzo che il Filipuzzi dovesse aspirare a ben misera fama, ed alla vendita di ben pochi libri, se si aspettava che l'imbroglio non sarebbe stato scoperto...

Ho pena per lui.

tic ha detto...

Pure io.

yodosky ha detto...

IO invece dico: ma che due palle copiare parola per parola un libro di trecento pagine....

Il giornalista era se non sbaglio uno di libero che aveva ''intervistato'' Roth facendogli dire che Obama era un coglione...

tic ha detto...

Mi pare Roth abbia pure querelato.

yodosky ha detto...

E naturalmente l'ordine dei giornalisti s'è ben guardato dall'intervenire. Poi se non gli paghi la quota annuale ti vengono a dormir sottocasa.

Anonimo ha detto...

Ma, io ero sorpresa di sentire che un ingegnere avesse scritto un libro, ma ora che si sa che lo ha copiato tutto torna, mi pareva strano..

Firmato

una sorella che durante l'esame di stato per ingegnere ha chiesto se "acquisto" si scrive con la "c" o no e si e' sentita rispondere "io veramente mi chiedevo se usare la "q"..

yodosky ha detto...

Vergognite.