
“Abbiate fede ne lo cavalcone! Esso tiene!”
P.S.
In realtà, per questo film capolavoro, una battuta sola non basta. Potevo mettercene altre venti.
Che so?
- "Avrete sentuto, suppongo, lo nome di Groppone da Figulle"
- "Mai coverto!"
- "Groppone da Figulle fue lo più grande capitan di Tuscia. E io son colui che con un sol colpo d'ascia lo tagliò in due. Lo mio nome - stare attenti! - lo mio nome est Brancaleone. Da Norcia!"
O magari
- " Non mia è la colpa, ma della mala bestia!"
O ancora
- "Aquilante della malasorte!"
Oppure
- "A tuo ammaestramento. Sai tu qual sia, in questa nera valle, la risultanza e il premio d'ogni sacrifizio umano? Calci nel deretano! D'ora in poi verrò nomato lo cavaliere amaro!"
Ho pensato per prima a quella de "lo cavalcone" giusto perché prende per il culo gli uomini di fede, che di esser presi per il culo hanno sempre tanto bisogno.
Mario Monicelli (un italiano che "fingeva cinismo perché non amava la retorica", come ha voluto ricordarlo quel genio di Paolo Villaggio) se n'è andato.
E se n'è andato scegliendo lui quando e come.
Gli sia lieve la terra

Dalla "commedia all'italiana" degli anni '60, passando per il filone "pecoreccio" dei '70 ai cinepanettoni attuali il declino culturale del paese appare incontestabile.
RispondiEliminaStupisce, al limite, che Monicelli non si sia suicidato prima.
Non condivido bipede, Monicelli è stato lucido e coerente fino all'ultimo, non era mica colpa sua il declino culturale...
RispondiEliminaAvrebbe viceversa dovuto far fuori qualcuno!!!
Minchia, forse meglio dell'Armata solo Brancaleone alle crociate!
RispondiEliminaVien qui mio dolce, che ti do lo zuccarino.
RispondiEliminaQuando si dice che si conosce bene una persona.
RispondiEliminaLe recitavo a mente, e nella giusta sequenza, mentre leggevo...
PK, il declino è quello del cinema italiano, non quello del cinema di Monicelli. Avercene di registi così... è che appunto non ce n'è più.
RispondiEliminaCitami un solo film degli ultimi venti o trent'anni che regga il confronto con "I soliti ignoti"...
Appunto, restando lucido e vedendo quello che gli accadeva intorno, al suo mondo (il cinema) ed alla sua nazione, la voglia di "darci un taglio" deve averla avuta da parecchio.
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RispondiEliminaSi bipede Monicelli era inarrivabile per i registi di adesso.
RispondiEliminaMa penso che lui aveva l'anima in pace: il suo l'aveva fatto e continuava a farlo, s'è buttato giù non per quello che facevano e fanno gli altri ma per quello che non sarebbe più arrivato a fare.
Non mi ritengo molto esperto di cinema: film italiani degli ultimi anni che riescano a reggere il confronto... Forse Mediterraneo e Pranzo di Natale?
Forse Mediterraneo...
RispondiEliminaPranzo di Natale non è un film francese?
Per il suo ultimo gesto, ammiro Monicelli ancora di più.
RispondiEliminaScusa, non pranzo, Regalo di Natale (di Pupi Avati)
RispondiElimina"Ha sedici minuti di tempo per pensare"
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