
Si è impiccato tre giorni fa nella sua casa di Claremont, in California.
Lo ricorderò rileggendomi Lyndon, uno dei suoi racconti più belli.
- Mi chiamo Lyndon Baines Johnson, figliolo. Nel Senato degli Stati Uniti ho il posto di Senatore dello stato del Texas, Usa. Sono il ventisettesimo uomo più ricco della nazione. Ho il più grosso pisello di Washington e la moglie con il nome più carino di tutte. Perciò non me ne frega niente delle conoscenze del paparino di tua moglie, devi stare composto davanti a questo Senatore, ragazzo.
Requiescat in pace.
RispondiEliminaCome detto stamattina, sempre i migliori.
RispondiEliminaGià. Mai i peggiori.
RispondiEliminaTipo le merde razziste che erano ieri riunite sulla riva degli Schiavoni, a Venezia.
anche RICHARD WRIGHT se ne è andato....una prece anzi due
RispondiEliminaVado contro corrente.
RispondiEliminaPrimo: Wallace non l'ho ancora mai letto (d'altro canto trovo assolutamente illeggibili i suoi maestri, se tali sono, Pynchon e Barth).
Secondo: proverei una enorme difficoltà umana a entrare in sintonia con uno che decide di farsi trovare impiccato dalla propria moglie.
Sono moralista e buonista? In questo caso sì, certo. Tutta la solidarietà umana e la pietas per i suicidi, però cazzo cercate di non far trovare il vostro corpaccione freddo e rigido proprio dalle persone che amate. Se no almeno un po' da stronzi siete morti.
Luciano e Idefix
Per esserci passata tanti anni fa (non a questi livelli, per fortuna) assicuro che certi mali da dentro ti fanno odiare tutto il mondo. Non so se fosse il suo caso. So che arrivare a tale scelta comporta un dolore interno poco meno che devastante. Prenderesti a calci in culo anche il sole perchè si presenta ogni mattina, lo stronzo.
RispondiEliminaDi Pynchon nemmeno V, Lucià?
RispondiEliminaV ce l'ho nella vecchia edizione Bompiani. Iniziato e reiniziato più volte. Inutile: è troppo lontano dalle mie corde. (intanto ho comprato il volumetto Einaudi che tu ci consigliasti...quello col serpente...che titolo? Lo leggo venerdì in treno)
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IL SERPENTE DEL GRANO di T.M. Rives.
RispondiEliminaA me piacque molto.
Un racconto breve degno del miglior Carver.
Corretto Ford (Richard...).
Spero che tu gradisca.
Ti saprò dire.
RispondiEliminaLuciano
Assai assai assai gradito, il racconto lungo di Rives. Grazie per il prezioso consiglio
RispondiEliminahttp://lucianoidefix.typepad.com/
Grazie, Lucià.
RispondiEliminaSon contento.
Ora che ho letto "Infinite jest" non mi stupisco più che si sia suicidato... mi stupisco che non l'abbia fatto prima...
RispondiEliminaEra un genio... troppo brillante, temo, per il mondo che si ritrovava intorno.